Crown The Lost-Review in LoudAndProud.it
Punkte: 85/100; Autor: Sandro Buti
Della serie, le uscite che non ti aspetti! Originari di Pittsburgh, i Crown The Lost si sono in realtà sciolti nel 2011, dopo aver pubblicato un paio di interessanti dischi, il secondo per la nostra Cruz Del Sur. ‘Cold Pestilent Hope’ è il loro canto del cigno, registrato nel 2011 e pubblicato allora in forma assolutamente autoprodotta. Ora, la tedesca Ragnarok Records lo rende disponibile anche su scala più ampia, e compie un’opera meritoria perché il disco è davvero interessante. Se la band si era già fatta apprezzare per la sua personale miscela di metal classico e sonorità più estreme – soprattutto a livello di ritmiche e, per certi versi, di parti vocali – questo disco rappresenta probabilmente il pezzo più pregiato della loro discografia, migliorando e perfezionando tutti gli elementi che ne compongono il sound. Tanto per cominciare, ‘Cold Pestilent Hope’ è un disco suonato in modo strabiliante dal punto di vista tecnico, tra cambi di ritmo spiazzanti e una precisione degna dei migliori Watchtower. Che poi sono uno dei possibili punti di riferimento, insieme agli Helstar e ai Death Angel, più sperimentali. Speed, thrash e progressive metal si mescolano alla perfezione nelle dodici tracce dell’album, che vive di una varietà formidabile, sia a livello ritmico che chitarristico, e pure Leon Mallah alla voce mostra di sapere il fatto suo, passando con disinvoltura da tonalità thrash pulite, a passaggi più ruvidi, fino ad arrivare ai confini del growl – vedi ‘In Defiance Of Sanctity’. Nei loro momenti più lineari, i Crown The Lost possono ricordare Anthrax e Heathen per il loro gusto melodico, accostato ad elementi strumentali davvero estremi. Anche i Satan’s Host possono essere un termine di paragone azzeccato, per questa doppia anima, melodica ed estrema, anche se i Crown The Lost vincono abbondantemente il confronto a livello strumentale. Pezzi come ‘Breathe Into Emptiness’ e ‘Eyes Without Sight’ si rivelano potenziali anthem metallici, mentre ‘Bloodsoaked Serenity’ e ‘Inexorable’ vanno a toccare registri più accesi, e potrebbero risultare commestibili anche ad orecchie estreme – ma tolleranti... Quello che personalmente colpisce di ‘Cold Pestilent Hope’ è la capacità di svelarsi ascolto dopo ascolto, senza mai annoiare, anzi... Sorpresa dicevamo, e nemmeno piccola. E gran disco.
Il disco può essere ordinato direttamente presso la label: ragnaroek.records@yahoo.com
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